Goethe’s Italian Journey and the Geological Landscape
- First Online: 24 May 2017
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- Paola Coratza 4 &
- Mario Panizza 4
Part of the book series: World Geomorphological Landscapes ((WGLC))
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Over 220 years ago Johann Wolfgang von Goethe undertook a nearly two-years long and fascinating journey to Italy, a destination dreamed for a long time by the great German writer. During his journey from Alps to Sicily Goethe reflected on landscape, geology and morphology of “Il Bel Paese”, sometimes providing detailed descriptions and acute observations concerning the great and enduring laws by which the earth and all within it are governed. In the present chapter an attempt is made to reproduce Goethe’s ante litteram geotourism itinerary through Italy, which is considered one of the most attractive tourist destination worldwide thanks to its rich cultural and natural heritage and the outstanding aesthetic qualities of its complex landscape.
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Authors and affiliations.
Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Modena e Reggio Emilia, Via Campi 103, 41125, Modena, Italy
Paola Coratza & Mario Panizza
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Corresponding author
Correspondence to Paola Coratza .
Editor information
Editors and affiliations.
Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Modena e Reggio Emilia, Modena, Italy
Mauro Soldati
Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, Università di Modena e Reggio Emilia, Reggio Emilia, Italy
Mauro Marchetti
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About this chapter
Coratza, P., Panizza, M. (2017). Goethe’s Italian Journey and the Geological Landscape. In: Soldati, M., Marchetti, M. (eds) Landscapes and Landforms of Italy. World Geomorphological Landscapes. Springer, Cham. https://doi.org/10.1007/978-3-319-26194-2_44
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DOI : https://doi.org/10.1007/978-3-319-26194-2_44
Published : 24 May 2017
Publisher Name : Springer, Cham
Print ISBN : 978-3-319-26192-8
Online ISBN : 978-3-319-26194-2
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Cultura Aumentata - Newsletter di cultura generale
#31/2023 - Il Grand Tour: le origini del turismo
Storia & società.
Con l’arrivo dell’estate milioni di persone si preparano a viaggiare per esplorare qualche luogo nuovo… Un’abitudine molto comune e così ben radicata che siamo arrivati a poter parlare di un fenomeno noto come turismo di massa .
Ma è sempre stato così? Il turismo come lo conosciamo oggi è sempre esistito? Non esattamente… Per la maggior parte del corso della storia, le esplorazioni erano effettuate per motivi commerciali, religiosi o militari. E i viaggi di piacere?
La concezione moderna di viaggio come forma di intrattenimento e di crescita personale nasce nel 1700 , con il cosiddetto Grand Tour.
Cos’è il Grand Tour? 🤔
Il Grand Tour può essere considerato il precursore del turismo moderno. Consisteva in un viaggio a tappe intrapreso dagli aristocratici che avevano tempo e risorse finanziarie da dedicarvi. Il Tour copriva le principali città e i siti storici del continente europeo, come Parigi, Vienna, Roma, Napoli, Atene.
Gli aristocratici partivano per conoscere in prima persona l’arte, la cultura e la storia dei luoghi più influenti. Il Grand Tour era considerato un'esperienza formativa e una pietra miliare nell'educazione dei giovani aristocratici.
Insomma, se ci pensiamo bene, l’utilizzo stesso del nome “tour” rimanda proprio a questo girovagare per Paesi con arrivo e partenza nello stesso punto.
Scopriamo dunque quali tappe toccava questo ambìto e coinvolgente tour culturale.
L’itinerario del Grand Tour 🗺️
Indovina un po’…al centro dell’esperienza si trovava l’Italia . Le tappe italiane del Grand Tour rappresentavano, infatti, il vero e proprio apice dell'intero viaggio per gli aristocratici europei che cercavano di arricchire la propria formazione culturale.
L’itinerario italiano del Grand Tour è stato reso indelebile grazie al libro Italienische Reise (Viaggio in Italia) di Goethe , una vera e propria Bibbia per tutti coloro che valutavano di intraprendere il viaggio formativo.
L'Italia, rinomata per la sua ricchezza artistica e storica, offriva un'esperienza unica che abbracciava l'antichità greco-romana, il Rinascimento e l’indiscutibile bellezza dei paesaggi.
Le tappe coperte riguardavano soprattutto Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Pompei, Ercolano, ma anche Milano, Paestum, e la Sicilia, tra opere d'arte dei grandi maestri, antiche rovine e l'architettura sontuosa dei palazzi e delle chiese.
Non mancavano poi gli acquisti di merci e opere d’arte del luogo, e spesso i viaggiatori commissionavano un autoritratto con un panorama italiano sullo sfondo . Noti qualche analogia con selfie e souvenir odierni? D’altronde, ancora oggi, queste tappe italiane del Grand Tour attirano e incantano i visitatori di tutto il mondo.
Oltre all’Italia, il Grand Tour toccava molte città del continente europeo come, ad esempio, Parigi (spesso prima tappa) , Ginevra, Vienna, Costantinopoli, Dresda, Atene (particolarmente apprezzata da Byron) e Londra, da cui spesso partiva e terminava il tour.
Viaggiatori famosi
“...un unico immenso regno di meraviglie si stende intorno, e tutti i racconti delle Muse sembran veri…” — Lord Byron
Molti personaggi storici di rilievo hanno intrapreso il celebre Grand Tour, ed erano soliti appuntare le loro esperienze vissute all’interno di un diario di viaggio. L'impatto del Grand Tour era talmente profondo da influenzare la loro visione del mondo e fornire un'ispirazione inestimabile per le future opere.
Eccone alcuni:
Johann Wolfgang von Goethe : il già citato autore tedesco Goethe intraprese un Grand Tour in Italia, viaggio che lo affascinò a tal punto da raccontare tutte le sue esperienze nell’opera "Viaggio in Italia", divenuta il punto di riferimento per tutti gli aspiranti viaggiatori.
Lord Byron : il celebre poeta inglese fece un lungo Grand Tour, visitando molte città europee, tra cui Roma e Atene. Le sue esperienze durante il viaggio influenzarono la sua poesia.
Edward Gibbon : storico britannico noto soprattutto per l’opera "La caduta dell'Impero Romano". Gibbon intraprese il Grand Tour in giovane età, e furono proprio il viaggio in Italia e in particolare il soggiorno a Roma ad ispirare profondamente gli studi degli anni successivi che lo porteranno alla produzione dell’opera per cui è ricordato ancora oggi.
John Ruskin : questo influente critico d'arte, pittore e scrittore, portò a compimento diversi Grand Tour. Scrisse dettagliatamente le sue impressioni sulle architetture italiane - e di Venezia in particolare - nel libro "Le Sette Lampade dell'Architettura", un’opera che, insieme ad altre, avrà un impatto sull’estetica vittoriana della società britannica.
La sindrome di Stendhal
Anche lo scrittore francese Stendhal partecipò al Grand Tour, e ne fu particolarmente colpito. Durante il suo soggiorno a Firenze, fu talmente sopraffatto dalla bellezza delle opere d'arte che ammirava, in particolare nel celebre museo degli Uffizi, che ebbe una reazione fisica e psicologica intensa.
Si sentì stordito, il suo cuore batteva velocemente e provava un'immensa gioia, quasi al limite del sopportabile. Questa esperienza, descritta dettagliatamente nel suo libro “Roma, Napoli e Firenze”, è diventata famosa come la " Sindrome di Stendhal ”!
9 libri e film ispirati a il Grand Tour
1. Francis Bacon | Sul viaggio, 1625
Quando il noto diplomatico Francis Bacon partì per il suo viaggio di tre anni intorno all'Europa, non poteva certo immaginare che i suoi consigli di viaggio destinati ai suoi lettori del 17esimo secolo sarebbero stati utili a quelli del 21esimo. I consigli di viaggio di Francis Bacon nel testo "sul viaggio" non solo aprirono la strada a giovani uomini e donne che partivano per dei viaggi in Europa che talvolta duravano tre anni, ma lui stesso divenne un pioniere della letteratura di viaggio.
I consigli di Bacon diventarono un manuale tascabile originale, consigli che sono validi ancora oggi. Ecco alcuni dei suoi suggerimenti di viaggio:
- Tenete un diario di viaggio, ma non a discapito dell'esperienza diretta. - Conoscete gente del posto e fatevi guidare da loro. - Viaggiate con persone con cui andate d'accordo. - Visitate i panorami e le rarità della vostra destinazione, come i monumenti e le chiese. - Non dimenticatevi mai del vostro viaggio. Ma nemmeno vantatevene una volta tornati a casa.
2. Edward Gibbon | “La storia del declino e della caduta dell'Impero Romano”, 1776
Alla matura età di 26 anni, dopo aver già pubblicato il suo primo lavoro Saggi riguardo lo Studio della Letteratura, Edward Gibbon si imbarca per il viaggio di scoperta dell'Europa che era diventato un rito di passaggio per ogni ricco, istruito, giovane uomo britannico. Gibbon continuò a scrivere altre opere ma, quella che gli diede fama nel corso dei secoli, è la stessa che impiegò oltre un decennio a completare: “La storia del declino e della caduta dell'Impero Romano: 1776-1788.” Il grande amore di Gibbon per la letteratura era stato ispirato dalle colonne del Foro romano, dagli antichi ciottolati dove Cesare aveva regnato e dalle antiche leggende di Romolo e Remo, i fondatori di Roma. L'opera in tre volumi che vi trasporta da Augusto a Costantinopoli è il prodotto di un viaggio europeo di una vita. Questo lavoro distingue Gibbon dagli altri autori e lo consacra autore leggendario del Grand Tour.
3. Mary Shelley | Frankenstein, 1816
È un aneddoto diffuso che Mary Shelley scrisse la storia di Frankenstein (anche conosciuto come il Prometeo Moderno) per una scommessa durante un viaggio in compagnia di Percy Shelley e Lord Byron, ma per contestualizzare meglio l'ispirazione per questa storia gotica, è importante ricordare che fu scritta durante il Grand Tour. Alcuni dettagli riguardo i viaggi di Shelley si possono trovare all'interno del racconto, inclusa la transizione della letteratura romantica nel sublime fino al mostro di Frankenstein. Un altro tocco interessante da parte di Shelley fu la decisione che Frankenstein (il quale era in realtà un medico, non un mostro) fosse nato a Napoli, in Italia, cresciuto a Ginevra, in Svizzera e che avesse viaggiato a Londra, Parigi e per l'Europa. Una nota interessante per quei tempi considerato che la ferrovia non era ancora diventata confortevole per i turisti.
4. Johann Wolfgang Goethe | Viaggio in Italia, 1816
Non è possibile parlare della letteratura ispirata al Grand Tour senza parlare di uno degli scrittori più noti al riguardo: J.W. Goethe. Viaggio in Italia ha un titolo perfetto poiché ci conduce tra le avventure di Goethe in uno stile piuttosto datato dal momento che il libro è basato sui diari di viaggio di Goethe; Goethe spesso si era vantato delle esperienze fatte durante il Grand Tour ed era stato uno dei molti viaggiatori europei che sembravano essere rinati dopo un viaggio di illuminazione attraverso l'arte, la cultura e il sole. Viaggio in Italia vi conduce a Verona, Roma, Napoli, in Sicilia e altrove, mostrando l'Italia attraverso gli occhi di un appassionato.
5. Mark Twain | Gli innocenti all'estero, 1869
Mark Twain fu uno degli ultimi grandi della letteratura a seguire le orme di coloro che cercavano le avventure del Grand Tour. Il suo viaggio in Europa in barca nel 1867 è spesso considerato come un’ "escursione di grande piacere" ed è stato riportato in un diario di viaggio che egli intitolò “Gli innocenti all'estero”; che è diventato uno dei più importanti lavori della letteratura di viaggio americana. Twain ha descritto tutto il viaggio dall'Esposizione di Parigi del 1867 a Roma verso la Terra Santa, tema ideale per un libro di viaggio. Twain desiderava raggiungere un pubblico più vasto e la sua opera in cui si descriveva il punto di vista di un americano riguardo l'Europa ottenne proprio questo risultato. E così ha continuato ad essere nei secoli.
6. Camera con vista | Regista James Ivory, 1985
Lucy Honeychurch, interpretata da Helena Bonham Carter e la sua tutrice Charlotte Bartlett, interpretata da Maggie Smith, trascorrono del tempo formativo a Firenze in una pensione dove Lucy incontra George Emerson, interpretato da Julian Sands. George sembra essersi liberato dalle sue aspettative ristrette, trovando se stesso, l'amore e Lucy in Italy. È un film in cui si intrecciano cultura, passione e ovviamente il fiume Arno.
7. National Lampoon’s European Vacation | Regista Amy Heckerling, 1985
John Hughes poteva essere stato famoso per aver catturato la vera essenza del crescere negli anni dell'adolescenza, ma egli ha chiaramente applicato gli stessi elementi del Grand Tour nella celebre commedia National Lampoon’s European Vacation, interpretata da Chevy Chase e Beverly D’Angelo. Il film possiede tutte le caratteristiche di un "Grand Tour d'Europa moderno", con le soste multiple nelle città di Londra, Parigi, Roma, i villaggi della Germania dell'Ovest e molti monumenti visti in un manuale del Grand Tour del 18esimo secolo.
8. Un incantevole aprile | Regista, Mike Newell 1991
Il nome di questo film dice tutto. Ispirato dal meraviglioso mito dell'Italia, è la storia che riguarda quattro donne di Londra che partono per un viaggio in Italia alla "ricerca dell'anima". Esse affittano un castello italiano, abbandonano le loro vite comode e fuggono verso l'ispirazione sullo stile del Grand Tour. Con la presenza degli attori Josie Lawrence, Alfred Molina, Miranda Richardson e un perfetto mix di attori internazionali, il film vi trasporterà indietro di un secolo o due.
9. Un mese al lago | Regista John Irvin, 1995
Uno dei risultati migliori di un Grand Tour è una storia d'amore! E questo è esattamente ciò che ammirerete in questa commedia romantica in cui recita un cast stellare composto da Uma Thurman, Vanessa Redgrave e Alessandro Gassman. Un mese sul lago di Como è più che sufficiente a trovare l'amore e un nuovo senso di libertà, entrambi offerti dall'Italia.
Saperne di più l'Europa del Grand Tour .
informazioni e prospettive della figura professionale
Itinerario europeo dei viaggi di Goethe / Grand Tour
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3 Novembre 2018
Profili professionali
A duecento anni di distanza, riteniamo che il “ Viaggio in Italia ” di Goethe continui ad essere un grande motivo di amicizia tra Germania e Italia, ma anche un patrimonio comune a tutti i cittadini Europei. Per questo motivo è intenzione dell’ Associazione Europea dei Viaggi di Goethe – Grand Tour candidare il percorso al riconoscimento ufficiale di “ Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa “.
Il Programma dedicato alle vie europee di cultura è stato lanciato dal Consiglio d’Europa nel 1987, con l’obiettivo di dimostrare in modo chiaro – attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio – come il patrimonio dei singoli Paesi europei rappresenti un’eredità culturale comune . Il “ Viaggio in Italia “, insieme ad altri viaggi che Goethe affrontò nel corso della sua vita, dalla Francia alla Polonia, fornisce una dimostrazione concreta dei principi fondamentali del Consiglio d’Europa : diritti umani, democrazia culturale, identità culturale nella diversità, dialogo, scambio e arricchimento reciproci, al di là delle frontiere e attraverso i secoli.
Il suo “ Italienische Reise ” durò dal 3 settembre 1786 al 18 giugno 1788, cioè un anno, nove mesi e quindici giorni.
Queste le principali tappe che ripercorrono il viaggio di andata dalla Germania all’ Austria , attraverso la Repubblica Ceca : Karlsbad > Karlovy Vary > Eger > Regensburg > München > Mittendwald > Seefeld > Innsbruck
E poi al ritorno, attraverso Svizzera e Liechtenstein , per tornare a Weimar: Chur > Vaduz > Zurich > Konstanz > Ulm > Nuremberg > Bamberg > Coburg > Jena > Weimar
In ogni tappa, Goethe non seppe sottrarsi all’opportunità di attraversare i luoghi con la predisposizione d’animo più adatta a lasciarsi sorprendere e incantare, descrivendo non solo i luoghi ma le persone, i riti, gli abiti e i costumi. Per questo motivo, più che per altri, l’eredità lasciata dal grande intellettuale tedesco sia quanto mai attuale.
L’opera “ Viaggio in Italia ” non è una semplice descrizione del Paese, ma delle impressioni che Goethe riceveva dalla gente, mescolata a riflessioni su arte, cultura e letteratura. E’ dunque un libro sull’Italia – che è stato capace di stimolare e promuovere il Grand Tour in tutta Europa e nel mondo – ma, ancor prima, un libro sugli italiani.
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IL GRAND TOUR
Accompagnati solitamente da un tutor per i giovani ragazzi inoltre il Gran Tour era anche l’occasione per conoscere il mondo esterno , partecipare a sfarzose feste , mescolarsi alla gente comune e commissionare in piena autonomia , in giro per i luoghi turistici ritratti , cimeli o acquisti di alcune opere d’arte secondo i loro mezzi e possibilità economica .
Gli spostamenti avvenivano sempre lungo un percorso ben definito dai precedenti viaggiatori: non era consigliabile infatti uscire da questi tragitti, per via dell’alto rischio di brigantaggio. In mancanza di una vera rete di alberghi o strutture turistiche, i viaggiatori tendevano a sostare in locande o case private, segnalate spesso da amici o conoscenti che avevano fatto quell’esperienza prima di loro. Nei diari e nelle note dei viaggiatori si trovano infatti diversi riferimenti alla qualità dell’alloggio in cui hanno pernottato o alla cortesia dei padroni di casa. È proprio dal Grand Tour, del resto, che deriva il termine “turismo” per come lo intendiamo: un modo di viaggiare fine a sé stesso, caratterizzato dal desiderio dei viaggiatori di conoscere cose nuove e scambiarsi opinioni sulla loro esperienza.
L’Italia ricca com’era di reperti archeologici, antichi monumenti, preziose biblioteche , e meravigliosi paesaggi era un incredibile museo all’aperto a disposizione del viaggiatore e la Campania in particolare rappresentava un patrimonio inestimabile di monumenti, raccolte d’arte e paesaggi invidiati e osannati da illustri personaggi come Montesquieu, Goethe, Lamartine, Stendhal e Charles Dickens . Il Gran Tour in questo senso divenne quindi molto presto con il tempo non solo un viaggio per rampolli di nobili famiglie aristocratiche ma incominciò ad essere un grande momento di cultura anche per affermati, noti scrittori e grandi artisti che arrivavano nel nostro Bel Paese per arricchire le proprie conoscenze.Tutto l’insieme delle esperienze e delle conoscenze acquisite durante il tour formavano in maniera indelebile il carattere dei viaggiatori, ed era considerato così importante da far dire al poeta e letterato settecentesco Samuel Johnson: «Colui che non ha viaggiato in Italia soffrirà sempre di un senso di inferiorità perché non avrà visto ciò che ogni uomo dovrebbe vedere»
Nel tardo Settecento, in concomitanza col crescente interesse per l’antico e per la natura nei suoi aspetti sublimi, proprio in conseguenza del gran tour e dei meravigliosi racconti che ad esso seguivano si afferma in Europa la tendenza da parte di molti aristocratici committenti di affidare ad alcuni artisti il ruolo di reporter: cioè documentare in pittura quanto più fedelmente possibile fedelmente monumenti e paesaggi incontrati lungo l’itinerarioI committenti sono in prevalenza aristocratici o intellettuali in viaggio sulle rotte del Grand Tour, che desiderano ottenere fedeli riproduzioni delle tappe del proprio itinerario. Gli artisti sono raramente pittori di corte, più spesso viaggiano per scelta e interesse personale oppure perché chiamati al seguito dei “granturisti”. Il pittore partecipa a queste spedizioni in qualità di reporter, riempiendo il proprio taccuino – strumento essenziale visibile in molti ritratti di artisti – con disegni realizzati sul luogo e rielaborati più tardi in studio o, al limite, nella locanda in cui si fa tappa. Da tale rielaborazione, che deve filtrare l’immediatezza della “presa diretta” ma non deve modificare con interventi arbitrari la trascrizione iniziale, l’artista ricava dipinti, acquerelli e incisioni. La medesima prassi viene seguita da quei pittori che viaggiano per conto proprio contando sulla possibilità di vendere a occasionali clienti, sempre viaggiatori, le proprie opere . Un esempio di resoconto pittorico spetta ad Antonio Joli, che nel 1759 realizza a Napoli tre vedute di Paestum.Pur eseguite in studio, le vedute sembrano basate su schizzi dal vero dei templi recentemente riscoperti.
Per finire è con molto piacere che tengo a trascrivervi parte di quello che Robert Adam , figlio del famoso architetto William , annotò durante la sua visita a Napoli e dintorni che secondo molti determinò gli sviluppi futuri del gusto inglese:
…… La mia meraviglia aumentò all’íngresso in città la quale credo sia superiore in numero di abítanti a Parigi e Londra. Le strade sono un continuo mercato, piene di folla. Le carrozze possono a stento passare. Un tipo di animale più gioviale ed allegro abita da queste parti, un tipo di persona più industriosa rispetto ad altri Italiani; questi lavorano fino a sera, poi prendono la chitarra e il liuto, che suonano bene, e gironzolano per la città, in riva al mare a godersi il fresco. Si vedono i loro bambini che saltano nudi e quelli più grandi ballano con le castagnette mentre gli altri suonano il címbalo. Dalle mappe potrete rendervi conto della posizione di Napoli. Si trova sul golfo più bello del mondo ed uno dei mari più tranquilli. Ha molte bellezze oltre quelle della natura. Abbiamo trascorso due giorni in luoghi straordinari intorno alla città, come il golfo di Baia con i suoi resti antichi, il lago di Averno e la Solfatara, l’antro di Caronte ecc. Siamo stati nella cava della Sibilla e molte altre strane cave nel terreno, ma il buco più strano che io abbia mai visto è quello che ho visitato oggi in un posto chiamato Portici (Ercolano) dove Sua Altezza di Sicilia ha una residenza di campagna. Circa un anno fa, mentre stavano effettuando degli scavi, vennero scoperti alcuni resti di edifici, circa trenta piedi sotto il livello stradale. Stanno ancora scavando e hanno fatto un percorso lungo oltre un míglio” .
“Con grande piacere e stupore abbiamo visto molte cose strane che sono state scavate, come statue, busti, affreschi, libri, frutti ed ogni sorta di strumento, dal materasso agli attrezzi chirurgici. Abbiamo attraversato un anfiteatro alla luce delle torce e seguito le fondamenta dei palazzi, i portici e le porte, le divisioni dei muri ed i pavimenti a mosaico. Abbiamo visto vasi e pavimenti di marmo appena scavati, e ci sono stati mostrati alcuni piedi di tavoli di marmo scavati appena il giomo prima. Nel suo insieme la città sotterranea, una volta piena di templi, colonne, palazzi ed altri ornamenti di buon gusto, è come una miniera in cui lavorano schiavi che riempiono stanze e procedono negii scavi andando avanti alla scoperta di altri resti. Ben presto mi sono reso conto che quanto si diceva, e cioè che la città fosse stata inghiottita da un terremoto, fosse una cosa falsa, era stato qualcosa ancora di peggio di un terremoto. Era stata sommersa da un flusso di pietra liquida dal monte Vesuvio durante l’eruzíone, è chiamata lava e quando si raffreddò è diventata dura come il basalto. Si può vedere uno strato spesso dai 50 ai 60 piedi in diversi posti, che era venuta giù così violentemente da travolgere tutte le case e ogni altra cosa che incontrava. Penetrava nelle case attraverso le porte e le finestre come si può vedere dall’anfiteatro di cui ho detto innanzi, del quale, la maggior parte degli ingressi, erano stati come artificialmente riempítí di solida roccia. Temo che non sapranno cosa farsene dei libri che hanno trovato. Sono così neri e distrutti che appena li toccano diventeranno cenere. Un prete ha inventato una macchina che separa i fogli uno ad uno e ne ha ricavato alcune pagine di un trattato scritto in greco, da un certo Bione, in difesa della filosofia epicurea ed un altro trattato contro la musica di un autore sconosciuto. Gli altri rotoli di libri non sono ancora riusciti a dispiegarli e temo che non ci riusciranno mai”.
- Cultura , curiosita' /
C oniato da Richard Lassels nel suo viaggio del 1670 in Italia, il termine " Grand Tour " è venuto a riferirsi ai viaggi di una elite nord europea, in maggioranza brittanica, in Francia, in Svizzera, e nel Sud dell'Europa ed aveva apparentemente un carattere educativo. L'obiettivo primario del Grand Tour era il viaggio in Italia, dove giovani artisti, aristocratici e uomini di stato, vennero a toccare con mano i resti della cultura classica. Le origini del Tour si possono trovare nel XVI secolo, ma toccò il suo apice nei secoli tardo XVII e XVIII.
Che cos'era il Grand Tour ?
Ma i circa 100 mila inglesi e le molte migliaia di tedeschi, scandinavi e russi, che nel Settecento calarono sull'Italia erano attratti, più che dal sole inteso come invito alla spiaggia, dal sole dell'arte e della cultura, inteso come luce e come vita. Ci fu un momento, nel XVIII secolo, in cui la cultura di un nobile, di uno scrittore o semplicemente di una signorina di buona famiglia non poteva essere completa senza un viaggio culturale europeo, con l'Italia meta essenziale. « Un uomo che non sia stato in Italia - scriveva Samuel Johnson - sarà sempre cosciente della propria inferiorità, per non avere visto quello che un uomo dovrebbe vedere ».
Perché l'Italia?
Manuali per sopravvivere al Grand Tour
Comunque, se l'Italia offriva le strade migliori (le peggiori la Russia, la Polonia e la Prussia) però la Penisola già da allora era afflitta secondo i viaggiatori del Grand Tour da un truffaldino sistema di tangenti come riporta ancora Mariana Starke . « Le classi lavoratrici italiane sono sempre in combutta fra loro per defraudare i viaggiatori, per cui l'insegnante d'italiano che vi procura una camera d'affitto riceve dal padrone di casa una certa somma che vi viene addebitata insieme alla pigione; il valet de chambre che corre a noleggiare un calesse per vostro conto, riceve dal proprietario un salario mensile che verrà caricato sulle spese di noleggio.. .».
Arte del Grand Tour
Un itinerario artistico che partiva dal «sogno dell'Italia» e che, attraverso paesaggi, feste, folklore e riscoperta dell'antico, si concludeva spesso con la moda di scopiazzare l'Italia nell'Inghilterra. E così, fra Canaletto , Pompeo Batoni , Bellotto , Piranesi , Claude Lorrain , Zoffany , Fragonard , Joshua Reynolds e Angelica Kauffmann si annidavano nomi relativamente sconosciuti; ma tutti con qualcosa da dire - compresi i cartografi, che con quel turismo d'elite avviarono un redditizio business, un'esplosione commerciale, fatta di tesori ritrovati e di falsi confezionati su misura. Molti artisti - non ultimo lo stesso Canaletto - dovettero la loro fortuna in terra inglese proprio alla riscoperta dell'Italia da parte di principi, mercanti e scrittori. L'Italia dell'arte e dell'architettura ma anche delle feste e del buon vivere era una sorta di grande palcoscenico per i playboy d'allora, per i giovani bene (con tutore), per gli aspiranti alla politica che facevano il Grand Tour come oggi si andrebbe in America per prendere il «master» e che al ritorno ne erano premiati diventando deputati quasi a colpo sicuro.
di Massimo Serra per Informagiovani-Italia
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Grand Tour: avventura d’altri tempi per conoscere il mondo
A partire dal Seicento si diffuse presso i ceti aristocratici europei la moda dei grandi viaggi che nel secolo successivo si configurò come una vera e propria istituzione , il Grand Tour . Le famiglie aristocratiche spingevano i propri figli a trascorrere diversi mesi, o anni, ad approfondire la conoscenza di aspetti culturali, artistici e paesaggistici che avevano ispirato pittori e letterati delle epoche passate, viaggiando sulle tracce delle antiche culture e arricchendo così le loro conoscenze. L’esperienza del “ grande viaggio “ serviva anche per acquisire le doti considerate indispensabili ai membri della futura classe dirigente : intraprendenza, coraggio, attitudine al comando, capacità decisionale, conoscenza delle lingue e dei sistemi di governo, dei costumi e del galateo degli altri Paesi. La prima persona ad adottare l’espressione Grand Tour fu Richard Lassels nel suo The voyage of Italy del 1670; descrisse il viaggio in Italia che dal 1636 andava difendendosi tra le élite culturali del Nord Europa.
Il percorso classico del Grand Tour
Il viaggio iniziava da un porto della Manica: la prima tappa prevedeva la Francia e la visita della città di Parigi, centro indiscusso della vita intellettuale del vecchio continente. Lasciata Parigi, attraverso la valle della Loira e lungo il Rodano, si arrivava a Lione. Successivamente il percorso si sdoppiava: o si continuava verso Avignone per giungere poi in Provenza, a Marsiglia e a Nizza, oppure si proseguiva per Chambery, verso i passi alpini. L’obiettivo era arrivare in Italia , destinazione con ricche testimonianze del periodo Romano , medievale e rinascimentale . Era la metà finale e irrinunciabile del viaggio . Attraverso il mare si arrivava a Genova o direttamente a Livorno per visitare Firenze e la Toscana. Altri sbarcavano a Civitavecchia, porto dello Stato pontificio, per poi spingersi fino a Napoli.
Chi optava per la via alpina (attraversando territori impervi e strade molto pericolose) si dirigeva verso Torino e Milano. Le vie d’acqua non si utilizzavano spesso ma erano percorse per giungere (attraverso il Po) a Ferrara e Ravenna; di lì si proseguiva per Padova e, lungo il Brenta, fino a Venezia. L’itinerario classico prevedeva che si scendesse (o si risalisse) la Penisola lungo la dorsale appenninica, da Bologna a Firenze o, sul versante Adriatico, passando per Ancona e Loreto, sede del santuario mariano, uno dei luoghi più visitati. Dopo il passo appenninico di Radicofani, iniziava la discesa verso Roma (la cui area archeologica si estendeva fino a Tivoli, Frascati, Albano e Nemi) e da qui a Napoli (con Ercolano, Paestum, Pompei), che fu per tutto il XVIII secolo la città più meridionale toccata dal Grand Tour. Nella seconda metà del Settecento si cominciò a intraprendere il viaggio verso la Sicilia ; alcuni la raggiungevano via terra attraversando Puglia e Calabria, altri si imbarcavano a Napoli e approdavano a Palermo.
La trasformazione del viaggio
Inizialmente i viaggiatori erano solo i giovani con un’età dai 16 ai 22 anni, di nobile famiglia, accompagnati da tutor più anziani. In seguito, la moda del Grand Tour si diffuse anche tra i meno giovani e si misero così in viaggio diplomatici, filosofi, amanti dell’arte, pittori, poeti (Goethe scrisse, dopo il suo soggiorno in Italia, il libro Italienische Reise – Viaggio in Italia , considerato per decenni la “bibbia” del Grand Tour), letterati e facoltosi Borghesi. Nel Settecento un uomo colto non poteva non conoscere i luoghi e le opere artistiche delle città del Grand Tour e verso la fine del secolo cominciarono a viaggiare anche le donne , antesignane delle grandi viaggiatrici dell’800 .
Col tempo cambiò anche le durata del viaggio: si passò 40 mesi del Seicento, ai 30 mesi nella metà del Settecento fino ad arrivare a soli 4 mesi agli inizi dell’Ottocento. Vennero eliminate le lunghe soste nei luoghi di transito e ridotti giorni nei luoghi di soggiorno. Agli inizi dell’Ottocento Venezia, Firenze, Roma e Napoli assorbivano da sole quasi l’intera durata del tour riservando agli altri centri solo una sorta di transito. Il Grand Tour incontrò difficoltà verso la fine del Settecento, quando le guerre napoleoniche resero pericolosi i viaggi nel continente, in particolare dopo l’invasione dell’Italia nel 1796 . L’aristocrazia inglese e la borghesia cominciarono poi a visitare le proprie colonie; l’India, meta affascinante ed esotica, divenne una tappa privilegiata.
“ Chi ha visto una volta l’Italia conserva un pò di felicità per tutta la vita .”
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Italy: Nouveau Grand Tour 2023 Institut français d'Italie
Who: young talents under 30 years of age, also groups (performing arts), who have German, French or Dutch citizenship or have been resident in Germany, France or the Netherlands for three years Section: all arts Duration: numerous partners, varying duration, depending on location (period 2023/24) Deadline for submissions: 31 May 2023 Information about the call for application:
Call for applications (in German) (PDF, 6 MB)
The New Grand Tour is a multidisciplinary program aimed at artists of all fields: Visual Arts (painting, sculpture, photography, audiovisual, etc.), Performing arts (theater, dance, circus, performance, music and sound design), and cultural and creative industries (fashion, design, architecture and landscape architecture, gastronomy, arts and crafts). In the case of the performing arts, some partner institutions may also host groups or collectives. The program aims to provide a contemporary form of the 19th century Grand Tour, offering the selected young artists the opportunity to be accompanied in their artistic research and creation process without any production constraints, while interacting with various local cultural actors. Organized by the Institut français d'Italie and the French Embassy in Rome, the program is made possible by the Franco-German Youth Office. In 2023 it also has the support of the Goethe-Institut, the Embassy of the Netherlands and the Mondrian Foundation. In Italy, 26 residency programs cooperate with the “Nouveau Grand Tour”.
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Tipi da Tour. La rappresentazione dei viaggiatori in Campania tra Sette e Ottocento
"La Campania e il Grand Tour. Immagini, luoghi e racconti di viaggio tra Settecento e Ottocento", a cura di R. Cioffi, S. Martelli, I. Cecere, G. Brevetti, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2015, pp. 421-437.
Although still ignored by studies, the images of Grand Tourists in Campania between the end of 18th and the middle of 19th century are very precious to understand the developments of the representation of the voyage in the Southern Italy. The UK ambassador William Hamilton has been essential for the practice of portrait: he was able to use the view of the Gulf of Naples to promote his image, his political prestige and also his collections of art. The Grand Tour portrait became very important especially with German artists, like Kauffmann and Tischbein, friend and guide for Goethe in the Southern Italy: they created the most powerful images of visitors in Campania between antiquities and wild nature. But another form of representation, landscape, was involved: in many works by Volaire illustrating the eruptions of Vesuvius is possible to find little figures of astonishing tourists or curious people for the exceptional natural event. But also we can find very often kings and queens in paintings showing the ruins of Pompeii and Paestum, lured by the charm of the antiquities. The tourism – and the illustration of it – will change forever with the coming of Garibaldi and the introduction of photography as new medium of representation.
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Nell’età del Grand Tour molti giovani aristocratici europei percorsero anche la Dalmazia; la regione venne poi visitata (e sono noti diversi resoconti e reportages) con intenti diversi per tutto l’Ottocento. Dal Viaggio in Dalmazia di Fortis, che aprì la strada a questi studi, si nota nei viaggiatori un forte interesse scientifico e soprattutto antropologico.
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È noto che dal Medioevo fino alla seconda metà del Settecento lo Stato russo ebbe numerosi contatti culturali ed economici prevalentemente con gli Stati della penisola italiana settentrionale e centrale. Il Mezzogiorno, invece, e il Regno di Napoli in particolare, non cadde nella sfera degli interessi russi in Italia ino al XVIII secolo per la sua posizione geograica e la mancanza di obiettivi politici comuni. Tuttavia, i russi ebbero l’opportunità di approfondire la loro scarsa conoscenza della celebrata bellezza della Campania sotto il regno di Caterina II (1729-1796), quando nel 1777 l’Impero russo stabilì relazioni diplomatiche con il Regno di Napoli. Da quel momento in poi, i contatti politici e, soprattutto, culturali tra i due paesi cominciarono a rafforzarsi. Napoli diventò una meta quasi obbligatoria per i viaggiatori russi del Grand Tour, tra i quali troviamo i rappresentanti più illuminati del cosiddetto “secolo d’oro” della cultura russa ottocentesca. La maggior parte di questi viaggiatori ci ha lasciato delle preziose testimonianze del suo soggiorno napoletano, tra cui importanti dipinti, curiosi diari, opere letterarie e acuti saggi. Il presente articolo mira a ricostruire la storia dei primi contatti dei viaggiatori russi con il Regno di Napoli dalla seconda metà del XVIII secolo e ino all’instaurazione nel secolo successivo di rapporti sempre più stretti, soprattutto in campo artistico, quando i viaggi in Campania divennero motivo di formazione pluriennale per molti giovani talenti. From the Middle Ages up to the second half of the 18th century, Russia had numerous cultural and economic contacts mainly with the central-north Italian peninsula states. Due to its geographical position and lack of common political goals, Southern Italy, and the Kingdom of Naples in particular, did not fall into the sphere of Russian interests until that period. In 1777, with the establishment of diplomatic relations with the Kingdom of Naples, the Russians had the opportunity to deepen the little knowledge they had of the celebrated beauty of Campania under the reign of Catherine II (1729-1796). From that moment on, political and, above all, cultural contacts between the two countries began to strengthen. Naples became an almost obligatory destination for many Russian travelers, among which we find the most enlightened representatives of the so-called “Golden Age” of Russian culture. Most of them left us precious testimonies of their Neapolitan stay in form of numerous enchanting canvases, curious diaries as well as acute essays. This study aims to reconstruct the history of the first contacts of Russian travellers with Naples from the second half of the 18th century up to the establishment of closer cultural relations, when a tour in Campania became a sort of internship experience for many young talents.
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Beyond its apparent compactness, the book authored by Saint-Non hides a complex plot: under the meticulous and tenacious direction of the French inventor and financier, it represents a collecting work, embodying multiple intellectual contributions, being generally non-homogeneous neither from a cultural nor from an artistic point of view. Also in relation to Campania, whose literature and iconography play a fundamental role in the book, it shows a decidedly ambiguous shape: while on the one hand it shows totally new “discoveries”, offering definitely and decidedly unpublished glimpses in literary and visual terms, at the same time it rehashes ideas, notes and even some ‘prejudices’ of others, retrieving second hand images and notations. While the text intends to assume the literary form of a travel diary in all its immediacy, or of an account “in direct contact” with the places travelled and narrated, at times it takes on the shape of a compendium of learned knowledge.
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Il “Grand tour” ed il Voyage pittoresque in Sicilia. E’ stata rivolta l’attenzione ai viaggiatori stranieri i quali, durante il Grand Tour, scendendo in Sicilia, hanno avuto modo di visitare Augusta. Si è cercato di capire i motivi per i quali questa oggi ridente cittadina stesa sul mare Ionio, a due passi da Mégara Hyblaea e da Siracusa, meta del miracolo economico che dal dopoguerra vi ha installato molte industrie petrolchimiche che vi hanno portato benessere economico, nel ‘7 – ‘800 non ha avuto quella rinomanza che hanno avuto altri paesi, piccoli o grandi, ricchi o poveri i quali, nel bene e nel male sono stati letti positivamente.
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Storia Goethe nella campagna romana, 1787, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut. Durante il Grand Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. L'Italia con la sua eredità della Roma antica, con i suoi monumenti, divenne uno dei posti più popolari da ...
Viaggio in Italia (in tedesco Italienische Reise) è un'opera che Johann Wolfgang von Goethe scrisse tra il 1813 e il 1817 e pubblicò in due volumi, il primo dei quali uscì nel 1816 e il secondo nel 1817.I due volumi contengono il resoconto di un Grand Tour che l'autore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788.A essi se ne aggiunse un terzo, pubblicato nel 1829, sulla sua ...
1 Introduction. Johann Wolfgang von Goethe (28 August 1749—22 March 1832)—considered the greatest German literary figure of the modern era—in 1786 set out on a fascinating journey to Italy: a journey to a distant, warm and sunny land, a dream longed for a long time. Goethe's journey across Italy lasted nearly two years, from September 3 ...
Esempio di Grand Tour: l'"Italienische Reise" di Goethe, ovvero il viaggio compito dall'autore nella nostra penisola dal 3 settembre 1786 al 18 giugno 1788. ...
Ma il luogo prediletto da gran parte dei partecipanti al Grand Tour era proprio l'Italia. Le famose citazioni di Goethe dedicate alla Sicilia, così come quelle di Stendhal e di Johnson, sono frutto proprio del Grand Tour, il primo esempio di turismo di massa della storia.
Il Tour copriva le principali città e i siti storici del continente europeo, come Parigi, Vienna, Roma, Napoli, Atene. "Goethe nella campagna romana", dipinto da Wilhelm Tischbein. Questo autoritratto di Goethe durante il suo viaggio in Italia del 1786 è divenuto il simbolo del Grand Tour settecentesco. Gli aristocratici partivano per ...
Venezia - la città fluttuante dell'arte e dell'opulenza Il fascino di Venezia non può essere negato in epoca contemporanea, e i giovani protagonisti del Grand Tours pensavano la stessa cosa.. Ogni Grand Tour non poteva prescindere da Venezia, soprattutto per via delle ricchezze che la città aveva costruito grazie ai suoi scambi commerciali e alla sua flotta.
Il Grand Tour: le mete turistiche ai tempi di Goethe. C'era un tempo in cui non esistevano viaggi organizzati, tour operator o crociere. Gli interrail e i soggiorni Erasmus erano impensabili e i giovani europei avevano un solo modo per conoscere il mondo: partire per il Grand Tour. Questo particolare viaggio era intrapreso dai giovani di ...
"Viaggio in Italia" è il resoconto di viaggio del Grand Tour che Johann Wolfgang von Goethe compì in Italia in circa due anni, a partire dal settembre del 1786 . L'opera è considerata un vero e proprio caposaldo della storia del turismo perché da essa si manifesta un nuovo modo di viaggiare, un viaggio di tipo "antropologico". Da Goethe, infatti, il viaggio assume una forma in cui non si ...
4. Johann Wolfgang Goethe's 'Italian Journey', 1816. It's impossible to speak about literature inspired by the Grand Tour and not speak about one of the most well-known writers from the Grand Tour - J.W. Goethe. Italian Journey is perfectly titled as it takes us through Goethe's many adventures in quite a vivid fashion since the book is actually based on Goethe's travel diaries.
L'Italia del grand tour: da Montaigne a Goethe Cesare De Seta Snippet view - 1992. Common terms and phrases. Addison antiche architettura artisti Arundel assai attenzione bella Berkeley Bernardo Bellotto bibliografia Biblioteca Bologna Brosses Burlington catalogo della mostra celebri centro certo chiese citt ...
Johann Wolfgang Goethe | Viaggio in Italia, 1816. ... Goethe spesso si era vantato delle esperienze fatte durante il Grand Tour ed era stato uno dei molti viaggiatori europei che sembravano essere rinati dopo un viaggio di illuminazione attraverso l'arte, la cultura e il sole. Viaggio in Italia vi conduce a Verona, Roma, Napoli, in Sicilia e ...
A duecento anni di distanza, riteniamo che il "Viaggio in Italia" di Goethe continui ad essere un grande motivo di amicizia tra Germania e Italia, ma anche un patrimonio comune a tutti i cittadini Europei. Per questo motivo è intenzione dell'Associazione Europea dei Viaggi di Goethe - Grand Tour candidare il percorso al riconoscimento ufficiale di "Itinerario Culturale del Consiglio ...
L'interesse di viaggiatori e artisti per l'anfiteatro di Capua antica e documentato gia a partire dal Cinquecento. Furono, tuttavia, i "pittori viaggianti" lungo gli itinerari del Grand Tour, spesso al seguito di facoltosi committenti di diverse nazionalita, a inaugurare la fortuna critica e iconografica del piu importante dei monumenti dell' Altera Roma , facendone uno dei topoi del ...
Il Grand Tour era un lungo avventuroso viaggio per l'Europa a cavallo o in carrozza che durava intere settimane , mesi o anni . Esso veniva normalmente intrapreso in genere da ricchi giovani dell'aristocrazia europea a partire dal XVI secolo ,ed era in genere destinato a perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima ...
Grand Tour - Il viaggio per imparare a vivere. Storia, itinerari e tappe fondamentali del viaggio nella Penisola compiuto da intellettuali e artisti tra '600 e '800. C oniato da Richard Lassels nel suo viaggio del 1670 in Italia, il termine " Grand Tour " è venuto a riferirsi ai viaggi di una elite nord europea, in maggioranza brittanica, in ...
In seguito, la moda del Grand Tour si diffuse anche tra i meno giovani e si misero così in viaggio diplomatici, filosofi, amanti dell'arte, pittori, poeti (Goethe scrisse, dopo il suo soggiorno in Italia, il libro Italienische Reise - Viaggio in Italia, considerato per decenni la "bibbia" del Grand Tour), letterati e facoltosi Borghesi.
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Il Grand Tour, scritto allo stesso modo in inglese, originariamente, era un lungo viaggio in Europa fatto da giovanotti, e molto raramente da ragazze, delle più alte classi della società europea ...
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Goethe Grand Tour, Ariccia, Italy. 5,275 likes · 3 talking about this. Associazione Europea dei Viaggi di Goethe - Grand Tour